Come si riconosce la psoriasi? Le macchie rosse sulla pelle possono essere segno di diverse malattie (come abbiamo spiegato qui), ma se le chiazze sono ispessite e ricoperte da squame biancastre aderenti, con molta probabilità ci troviamo davanti alla psoriasi.
Si tratta di una malattia cronica della pelle, che colpisce circa il 3% della popolazione italiana di entrambi i sessi e rientra nella macro-categoria delle dermatiti.
Solitamente compare per la prima volta tra i 20 e i 30 anni, con un secondo picco di incidenza tra i 50 e i 60 anni. È, invece, piuttosto rara nei bambini.
Quello che accade ad una pelle affetta da psoriasi è che le cellule dell’epidermide (cheratinociti) si riproducono in gran quantità e più rapidamente, accumulandosi in superficie in forma di squame. Ciò avviene per una abnorme attività del sistema immunitario, che invia le sue cellule (i linfociti) alla cute, dove rilasciano una serie di sostanze (citochine) in grado di provocare infiammazione: ecco perché la cute appare arrossata ed ispessita e talvolta pruriginosa.
La psoriasi si può presentare in molti modi:
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- A “placche” arrossate e desquamanti di qualche centimetro su arti (gomiti/ginocchia), tronco, regione sacrale.
- Sul cuoio capelluto, con ispessimenti arrossati e squame biancastre aderenti localizzate sullo scalpo.
- Psoriasi guttata, caratterizzara da piccole chiazze (1-3mm) che colpiscono con più frequenza il tronco, ma possono estendersi a viso, cuoio capelluto, mani e piedi.
- Sul palmo delle mani o sulla pianta dei piedi con piastroni ispessiti e dolorosi spacchi.
- Psoriasi eritrodermica, che può interessare gran parte del corpo con rossore e forte desquamazione diffusi (forma eritrodermia) e in molti casi richiede l’ospedalizzazione.
- Artrite psoriasica, nel 30% dei casi può colpire, con fenomeni infiammatori dolorosi, le articolazioni, che negli anni possono deformarsi in modo permanente.
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Quali sono le cause della psoriasi?
Le cause non sono state ancora del tutto chiare, ma un ruolo è certamente svolto dal sistema immunitario e dalla predisposizione genetica. Tra i fattori di rischio non genetici che possono scatenare o peggiorare la psoriasi sono stati identificati:
fumo di sigaretta, infezioni (quelle streptococciche associate alla psoriasi guttata), sovrappeso e obesità, alcuni farmaci (interferoni, antivirali, sali di litio), intenso stress psico-fisico.
Anche traumi acuti o cronici, ferite chirurgiche e tatuaggi possono indurre una reazione infiammatoria locale, anche a distanza di tempo dall’evento, nota come fenomeno di Koebner.
La psoriasi non solo è invalidante dal punto di vista fisico, ma costituisce un serio problema psicologico e sociale. La qualità della vita degli psoriasici è seriamente compromessa dalla loro malattia. A tal proposito è bene chiarire che la psoriasi non è contagiosa, pertanto stare vicino o toccare una persona che ne è affetta non comporta in alcun modo una trasmissione della malattia.
Cosa fare se si soffre di psoriasi?
Nonostante gli enormi progressi nello sviluppo di trattamenti efficaci, non si può ancora pensare ad una cura “definitiva” per la psoriasi. La scelta di trattamento dipende da molteplici fattori, come la gravità e l’estensione della malattia, l’efficacia e la sicurezza dei trattamenti, le caratteristiche e preferenze dei pazienti e la risposta a precedenti trattamenti.
I farmaci e le apparecchiature attualmente disponibili permettono di evitare il peggioramento della patologia e tenerla sotto controllo, determinando periodi di remissione.
Questo a patto che l’interazione dermatologo-paziente sia costante e basata su un rapporto di fiducia e collaborazione reciproca.
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