Circa il 30% della popolazione femminile è interessata ogni anno da infezioni urinarie, complice anche la struttura anatomica, che predispone le donne ad attacchi di germi e batteri.
Le infezioni urinarie però, seppur in misura minore, interessano anche gli uomini ed i bambini.
La cistite rappresenta infatti l’infezione urinaria più frequente e la seconda causa più comune di prescrizione di antibiotici.
Per prevenire le infiammazioni batteriche delle vie urinarie è importante seguire delle semplici regole di igiene quotidiana ed adottare un’alimentazione povera di zuccheri semplici e grassi saturi, a vantaggio di frutta e verdura e che, soprattutto, metta al primo posto la corretta idratazione.
Il rischio di sviluppare un episodio cistitico si stima superiore al 50%, con almeno un terzo degli episodi diagnosticati entro i 24 anni. Il tasso di recidiva è tra il 25 ed il 30%.
Nonostante molti episodi siano autolimitanti, occasionalmente può sopraggiungere un peggioramento della condizione sino alla pielonefrite e la sepsi urinaria.
Ma quanto costa la cistite?
I costi associati in termini economici a tale patologia sono particolarmente alti: negli USA la spesa legata alle cistiti negli anni 2000 ha raggiunto i 2.47 miliardi di dollari, con il 15% delle prescrizioni antibiotiche legate a tale condizione.
L’importanza della prevenzione
I principali motivi per prevenire la cistite nelle donne sono diversi: in primis, ridurre la sintomatologia associata alle infezioni; secondariamente ridurre l’uso di antibiotici al fine di ridurre i fenomeni di antibiotico-resistenza ed infine, ridurre gli effetti collaterali degli antibiotici stessi, tra cui si annovera anche l’alterazione della flora microbica intestinale e vaginale.
Quali sono i principali fattori di rischio per la cistite?
A livello comportamentale è sconsigliato indossare intimo particolarmente aderente; per quanto riguarda i fattori di rischio si annoverano il diabete mellito, gli stati immunodepressivi e la gravidanza.
Come si previene la cistite?
Diversi approcci sono stati proposti al fine di prevenirla, i cui principali capisaldi restano:
- aumentare l’introito idrico
- urinare spesso (specie dopo i rapporti sessuali),
- mantenere un’adeguata igiene dell’area vulvovaginale
Cosa aiuta a combattere la cistite?
L’uso di lattobacilli, sebbene promettente, non raggiunge al momento un’adeguata validità scientifica. Tra i cibi studiati per i loro effetti benefici, inizialmente il mirtillo ed i suoi estratti sono stati valutati positivamente, tuttavia, nonostante un iniziale entusiasmo per la riduzione delle recidive cistitiche, ad oggi tali evidenze sono state confutate.
Esistono alcune strategie di facile applicazione che riducono notevolmente il rischio di incorrere in cistiti. Tra queste gli esperti suggeriscono di preferire altri tipi di contraccezione rispetto a spermicidi e diaframmi; mantenere un’adeguata igiene genitale (il lavaggio con acqua e sapone è sufficiente, non è necessario utilizzare prodotti specifici che anzi, usati senza precauzione peggiorano la flora batterica presente) e prevenire l’ingresso di batteri intestinali in uretra e/o vagina.
È indubbio poi che l’abbondante introito idrico previene gli episodi di cistite promuovendo il passaggio delle urine e il lavaggio dell’uretra. Il motivo? Per via della diluizione e del lavaggio dell’urotelio (epitelio che ricopre lo strato più superficiale della vescica e che viene a contatto con l’urina), il quale riduce potenzialmente il rischio di proliferazione batterica.
Il risultato è confermato da uno studio eseguito su 791 donne insegnanti, le quali, per motivi lavorativi, tendevano a trattenere le urine e a ridurre l’introito idrico, con un aumentato rischio di incidenza di cistite rispetto a donne non sottoposte a restrizione idrica.
Un ulteriore studio su 163 donne ha dimostrato come coloro che superavano l’assunzione di 1.5 lt. di acqua al giorno presentassero un numero di episodi cistitici di 1.7 rispetto ai 3.2 di coloro che restavano sotto 1.5 lt. di liquidi. In maniera analoga, nel primo gruppo i trattamenti antibiotici sono stati 1.9 rispetto ai 3.6 del secondo gruppo.
Favorire la diuresi, bevendo ogni giorno circa 2 lt. di acqua, meglio se a basso contenuto di sali minerali come acqua Rocchetta, permette un vero e proprio “lavaggio” delle vie urinarie.
Una buona idratazione riduce e diluisce eventuali sostanze che facilitano la proliferazione batterica sostenendo, in questo modo, il benessere ed il corretto funzionamento delle vie urinarie.