Spesso si sente dire che il calcio provoca calcoli renali, ebbene è scientificamente dimostrato l’esatto contrario.
Il calcio introdotto con gli alimenti e con l’acqua non è dannoso e non genera la calcolosi urinaria, al contrario rappresenta addirittura un fattore protettivo, poiché favorisce l’eliminazione intestinale dell’ossalato.
All’origine dei calcoli renali infatti c’è l’accumulo di ossalato nei reni, che legandosi con il calcio produce i calcoli di ossalato di calcio.
Tuttavia è bene considerare che circa il 30-40% del calcio assunto con la dieta viene assorbito a livello intestinale. Ciò significa che il calcio introdotto con l’alimentazione si lega all’ossalato nell’apparato digestivo, favorendone l’eliminazione fecale ed evitando dunque che l’ossalato venga assorbito dal sangue e accumulato nei reni.
In altre parole: è l’ossalato il responsabile dei calcoli renali, mentre il calcio ne favorisce l’espulsione intestinale.
Infatti, l’80% dei calcoli renali è composto da sali di calcio, principalmente ossalato di calcio e fosfato di calcio. La tendenza alla precipitazione di tali sali (ovvero all’aggregazione dei sali fino a formare i calcoli) è direttamente legata alla concentrazione urinaria di calcio ed ossalato.
Studi scientifici del 1993 hanno dimostrato per primi che un basso apporto di calcio nella dieta può aumentare il rischio di formazione di calcoli del 51%.
Diversi studi internazionali hanno successivamente dimostrato che un aumentato introito di calcio con l’alimentazione diminuirebbe il rischio di calcoli sintomatici.
Un ulteriore studio del 1994 ha preso in esame pazienti affetti da ipercalciuria – ovvero con una escrezione di calcio nelle urine in quantità superiore alla norma.
A tali pazienti furono somministrati almeno 1000 mg/al giorno di calcio e il 50% di loro ebbe una significativa diminuzione o normalizzazione dell’escrezione urinaria di calcio.
Di contro, una dieta a basso contenuto di calcio provoca nei pazienti ipercalciurici la tendenza ad incrementare la produzione di ossalato di calcio, poiché l’escrezione degli ossalati è (come visto) inversamente proporzionale all’assunzione del calcio nella dieta, con tassi di assorbimento del 18.5% per 200 mg/giorno di calcio assunto e 2% per 1200 mg/giorno.
Anche in questo caso l’ossaluria si normalizzava dopo una sola settimana di terapia con 1000mg/giorno di calcio in pazienti tendenti a sviluppare calcoli renali, che consumavano abitualmente una dieta a basso contenuto di calcio (<500mg/giorno).
Un ulteriore studio clinico ha dimostrato come, in pazienti affetti da calcolosi recidivanti, l’assunzione quotidiana di 2-3 litri d’acqua, insieme ad una dieta che comprendesse 1200 mg di calcio al giorno, riducesse il numero di eventi litiasici rispetto a dosaggi di 400 mg/giorno.
Acqua Rocchetta è un’acqua oligominerale normo calcica, che favorisce la diuresi e al contempo fornisce un adeguato apporto di calcio. Questo la rende particolarmente consigliata per i soggetti che tendono a sviluppare i calcoli renali.
In questo articolo potete trovare informazioni utili sul regime alimentare da adottare in caso di calcolosi renale.