Sono tante le voci che girano riguardo gli effetti del sole sulla pelle e sui comportamenti da adottare durante la stagione estiva per abbronzarsi al meglio.
Per evitare che cattive abitudini o errori possano essere dannosi, proviamo in questo articolo a sfatare alcuni miti.
Cominciamo col dire che credere che le protezioni solari non siano necessarie quando è nuvoloso è un pericoloso equivoco!
In estate l’intensità del sole è sempre molto elevata, pertanto è bene proteggersi adeguatamente dai raggi ultravioletti con l’applicazione di creme solari protettive…anche quando il sole c’è, ma non si vede.
L’efficacia di una protezione solare dipende dal fototipo del soggetto e dalla scelta di un fattore di protezione adeguato; dalla quantità e dalla frequenza di applicazione della crema solare; dal riverbero della luce; dall’orario della giornata, nonché dalla latitudine e dall’altitudine alla quale ci si trova.
Certamente anche la condizione metereologica incide significativamente.
Una giornata soleggiata ci espone sicuramente ad un rischio maggiore rispetto ad una nuvolosa; tuttavia, la presenza di nubi può trarre in inganno esponendo comunque agli effetti dei raggi solari. Quando il cielo è nuvoloso o coperto, i raggi infrarossi vengono in gran parte bloccati, riducendo la percezione del calore sulla pelle, mentre oltre l’80-90% dei raggi UV filtra attraverso le nuvole rendendo inconsapevolmente vulnerabile a scottature chi affronta la giornata all’aperto senza un’adeguata fotoprotezione.
Avete mai sentito dire che fare lampade abbronzanti prepara all’esposizione solare?
Anche questo è un falso mito. L’esposizione alla radiazione ultravioletta emessa dai lettini solari abbronzanti rappresenta un rischio potenzialmente equivalente a quella dei raggi solari naturali… se non maggiore!
Infatti, la dose di radiazioni ricevuta per unità di tempo da una lampada abbronzante è notevolmente superiore a quella assorbita durante le attività svolte naturalmente all’aperto o in caso di esposizione solare al fine di abbronzarsi. Tale dose di ultravioletti artificiali non fa che sommarsi a quella assorbita attraverso la normale esposizione al sole.
Non va poi dimenticato che i raggi ultravioletti accelerano l’invecchiamento della pelle, che si manifesta con secchezza, macchie pigmentate e rugosità.
“Se sono già abbronzato posso evitare di usare la protezione solare!”
Ammettetelo: quante volte lo avete detto?
Il processo di abbronzatura è un fenomeno cellulare molto complesso e dipende dal fototipo del soggetto. L’esposizione ai raggi solari determina da parte dei melanociti la produzione di melanina, che viene così catturata delle cellule dell’epidermide e ha la funzione di filtrare le radiazioni solari più nocive. Tuttavia, si tratta di una protezione piuttosto blanda, poiché la pelle già abbronzata di un soggetto che si espone al sole offre al massimo l’equivalente di quanto prodotto da uno schermo solare con un fattore di protezione (SPF) non superiore a 4. Ciò significa che anche chi è già abbronzato può scottarsi al sole e rischiare di avere tutte le conseguenze a distanza di anni in termini di rischio di comparsa di tumori della pelle.
Per questo motivo è sempre opportuno proteggersi con schermi solari con un SFP alto anche quando si è abbronzati.
Mangiare molte carote aumenta l’abbronzatura.
Sarà vero? No … anche questo è falso.
L’abbronzatura è un meccanismo di difesa della pelle nei confronti dei potenziali danni causati dalle radiazioni solari ed ha come punto cardine la produzione di melanina, che si deposita a livello delle cellule dello strato corneo della pelle.
Questo processo biologico del nostro organismo non è influenzato da alcun alimento, dunque l’assunzione di carote non influisce sull’intensità dell’abbronzatura!
Da dove nasce allora questa leggenda?
Come è noto le carote contengono grandi quantità di vitamina A e di beta-carotene; quest’ultimo, pur non stimolando l’abbronzatura, si accumula a livello cutaneo determinandone un colore caratterizzato da una tonalità variabile dall’arancio al dorato, con un effetto ottico simile all’abbronzatura. Tali sostanze hanno comunque un importante effetto antiossidante soprattutto nei confronti di radicali liberi, ma non esagerate o rischierete, con un consumo eccessivo di alimenti contenenti il beta-carotene, di veder comparire una colorazione arancio sui palmi delle mani e dei piedi, condizione nota con il nome di carotenodermia, innocua, ma piuttosto sgradevole.
In estate, in modo particolare, non dimenticate di fare particolare attenzione all’assunzione della giusta quantità di acqua, per mantenervi idratati e aiutare la pelle a rimanere elastica e luminosa… e non aspettate di avere sete per bere!