Per introdurre lo studio “Ruolo della idropinoterapia nel trattamento medico ed extracorporeo della calcolosi renoureterale uratica” (G. Caramia et all. estratto dal Urologia vol. 69 del 2002), è bene prima soffermarsi brevemente sulla comprensione della calcolosi uratica.
I calcoli uratici sono composti da acido urico, in rari casi misti a sali di calcio. L’acido urico rappresenta un prodotto di scarico dei processi metabolici cellulari, i reni ne gestiscono il 70% dell’eliminazione giornaliera; la restante quota viene, invece, eliminata a livello intestinale e in minima parte tramite capelli, pelle e unghie.
Da un’osservazione scientifica risulta che i pazienti over 65 sono tendenzialmente più soggetti a questo tipo di calcolosi e presentano un rischio doppio rispetto ai più giovani.
I calcoli uratici si formano in conseguenza a:
- Ridotto volume urinario;
- PH urinario persistentemente basso;
- Aumento della concentrazione di acido urico nelle urine (= iperuricuria).
Quest’ultima è generalmente dovuta a diversi fattori:
- iperproduzione endogena (ovvero prodotta dall’organismo);
- dieta ricca di purine (pesce azzurro, frattaglie, carni, pollame, crostacei, salumi, legumi, asparagi, spinaci, frutta secca a guscio, funghi e cavolfiori);
- malattie renali;
- farmaci uricosurici (che aumentano l’escrezione di acido urico con le urine).
I sintomi riferiti dai pazienti affetti sono gli stessi di altre tipologie di calcolosi: dolore, nausea, dolori alle basse vie urinarie e presenza di sangue nelle urine.
Entriamo ora dunque nel merito dello studio in oggetto, per meglio comprendere scopo del lavoro, metodi di svolgimento e conclusioni.
La terapia medica mirata a trattare calcolosi uratica si basa fondamentalmente sull’alcalinizzazione delle urine (troppo acide) con citrato di potassio e sodio o piprazina, con incremento della solubilità dell’acido urico, sulla correzione di una eventuale iperuricemia e nell’idroterapia (assunzione di 2-2,5lt di acqua nelle 24 ore).
Il ruolo dell’impiego di acque minerali è di fondamentale importanza nella profilassi (procedura a scopo di prevenzione) e nella terapia sia medica che extracorporea della calcolosi, in quanto:
- Riduce la concentrazione dei soluti urinari;
- Ha un effetto diuretico;
- Ha un effetto meccanico che si traduce in: lavaggio delle vie escretrici e aumento del volume urinario.
Lo studio in oggetto, promosso dall’Unità di Litotrissia Extracorporea – Sezione di Urologia del Dipartimento di Medicina Interna, Malattie Cardiovascolari e Nefro-Urologiche dell’Università degli Studi di Palermo, ha individuato nell’acqua “Rocchetta” della fonte di Gualdo Tadino (PG) l’acqua oligominerale alcalina perché, fra tutte quelle disponibili nel mercato locale, è risultata la più accettata dai pazienti per le qualità organolettiche e perché possiede caratteristiche fisico-chimiche, prima tra tutte il pH, che la rendono adatta alla terapia della calcolosi radiotraspirante, nonché infine per la presenza capillare sul mercato.
Scopo dello studio è stata la valutazione del ruolo dell’acqua oligominerale alcalina (Rocchetta) nella terapia della calcolosi renoureterale uratica mediante somministrazione di alcalinizzante, con o senza litotrissia extracorporea con onde d’urto, e nella prevenzione di recidive.
Sono stati reclutati 57 soggetti con calcolosi uratica che sono stati suddivisi, dopo uno studio metabolico preliminare, in 3 gruppi:
Gruppo A: pazienti normouricemici, normouricurici con calcoli fino a due unità con diametro massimo singolo di 1cm.
Gruppo B: pazienti normouricemici, normouricurici con più di 2 calcoli o con calcoli a stampo.
Gruppo C: pazienti iperuricurici con qualsiasi tipo di calcoli.
I pazienti del primo gruppo sono stati trattati alcalinizzazione ed ipdropinoterapia con acqua minerale non alcalina, mentre quelli appartenenti al gruppo B e C hanno praticato la terapia con alcalinizzante e hanno assunto l’acqua oligominerale alcalina “Rocchetta”.
Per i dati relativi al processo di selezione, monitoraggio dei pazienti e risultati raggiunti si faccia riferimento allo studio originale e completo.
Andiamo invece direttamente alle conclusioni.
“La nostra esperienza globale, al momento attuale, consta di 3.636 pazienti affetti da calcolosi e di questi 254 avevano calcolosi radiotrasparente. Il presente lavoro si è svolto in un periodo di 20 mesi, in cui sono stati arruolati 57 pazienti con calcolosi uratica (38 uomini e 19 donne) e suddivisi in tre gruppi (A,B,C) in base in base al tipo di calcolosi. I risultati ottenuti in questi soggetti, confrontati con quelli visti nel quinquennio precedente, sono stati migliori.
Infatti i pazienti in protocollo che alla fine dello studio sono divenuti stone-free sono il 100% del gruppo A, 92% gruppo B e 100% gruppo C rispetto ai soggetti del cosiddetto gruppo “storico” (retrospettivo) che sono rispettivamente 84%, 69% e 91%. Anche il tempo di clearance della calcolosi ottenuto è stato di 3,6 e 7 settimane vs. 6,10 e 10 settimane.
L’impiego di Acqua Rocchetta nei gruppi B e C è risultato molto utile per raggiungere e mantenere nel range terapeutico il pH delle urine, con una dose di sostanza alcalinizzante mediamente inferiore del 25% rispetto ai pazienti del gruppo storico e quelli del gruppo A.
Possiamo affermare dunque che l’Acqua oligominerale Rocchetta sembra migliorare i risultati terapeutici e sembra utile nel diminuire la comparsa di recidive.
(Cliccare QUI per leggere lo studio “Ruolo della idropinoterapia nel trattamento medico ed extracorporeo della calcolosi renoureterale uratica” G. Caramia, M. Caramia, M. Sanfilippo, M. Rinella, R. Iacolino, V. Serretta)